I ricordi pieni
"Dopo l'11 settembre 2001, il New York Times cominciò a pubblicare ogni mattina i ritratti dei morti delle Torri Gemelle. Erano brevi biografie, scritte con passione, piene di vita e di particolari. Uno dei primi giorni rimasi stupito nel leggere la storia di un agente di borsa che aveva da poco coronato il suo sogno di comprarsi una Porsche ma, siccome aveva il vizio del sigaro, l'auto si era subito riempita di fumo e cenere. Mi chiesi che tipo di ricordo fosse, che senso avesse celebrare così il morto di un attentato. Poi provai ad immaginare se lo schema classico della celebrazione retorica - "Ottimo padre di famiglia", "benvoluto da tutti", "impiegato modello", "cittadino irreprensibile" - fosse stato ripetuto centinaia di volte, fino ad arrivare a ricordare tutte le 2595 vittime di Manhattan. Nessuno li avrebbe letti, nessuno li avrebbe ritagliati, nessuno ne avrebbe conservato memoria. Invece ho ancora in mente la storia di una donna che aveva l'ufficio ai piani più alti ed era felice perchè dalle finestre poteva vedere, giù in basso, la scuola del figlio. E' stata la dimostrazione che sono i particolari a tenere viva la memoria, i ricordi pieni, vissuti e non la prosopopea".
Mario Calabresi, "Spingendo la notte più in là"