un blog-notes dal tono sostenuto

Saturday, June 16, 2007


Stay out super late tonight
picking apples, making pies
put a little something in our lemonade and take it with us
we’re half-awake in a fake empire
we’re half-awake in a fake empire

Friday, June 08, 2007

Tuesday, June 05, 2007

Secondo te questo letto mantiene la forma del corpo. Mi sdraio, ci dormo e lui la conserva. E come fa? E poi perchè lo fa?
Tu sei molto dolce. E molto carina. Tu mi stai legando con il filo che chiude l'accappatoio al letto. Ma non mi stupisce che tu lo faccia.
Io non ti faccio mai dei complimenti? Ma non è vero, guarda qui.
La tua pelle è liscia, liscissima come il legno levigato dei mobili antichi degli antiquari nei vicoletti di Montmartre.
I tuoi fianchi sono così perfetti che sembrano quelli delle statue dei discoboli degli antichi greci.
Il tuo odore, il tuo odore sa di piante dei giardini di fronte alla reggia di Versailles.
I tuoi seni, i tuoi seni sono.. Stai attento a cosa dici dei miei seni, perchè c'è chi ha detto che sono divinamente perfetti! I tuoi seni sono così divini che non si può dire niente, perchè è vietato nominare dio invano.
Vedi, te li faccio i complimenti. Quando mi vengono, però. Non mi vengono mai?
Può
darsi.

Però, ripensandoci, forse è meglio i prati del castello di Schonbrunn. Che poi, io mi chiedo, ma Sissi è la pronipote di Maria Antonietta no? Cioè, Maria Antonietta era austriaca, quindi, lo è. Per forza. O forse è la sua prozia, visto che la uccidono, non può essere la bisnonna. Ma la figlia che fine fa? La figlia di Maria Antonietta e Luigi Sedici chi se la piglia? Ma decapitano anche lei?

Saturday, June 02, 2007

Il senso più malato della parola eterno lo assaporo seduto su un gradino all'entrata di un palazzo, durante la festa del vicolo in cui sono andato dando per scontato quello che mi avrebbe aspettato. E' un sapore difficile da identificare, non è più fortissimo come era un tempo, ora ha anche un retrogusto che prima nemmeno riuscivo a percepire. Ai lati della lingua sento come un pizzico, poi la sensazione scende giù, fino ai lati dello stomaco. Ma la governo. Per un po'. Poi ne perdo il filo e i miei pensieri rimbalzano come impazziti nella mia testa. A quel punto arriva l'amaro familiare. Voglio resistere e non arrendermi, non voglio vedere il sapore vincere. Poi mi alzo dal gradino, abbasso il volume fino a zero per una manciata di secondi, guardo dritto davanti a me e imbocco il vicolo fino alla fine. Arrivato in strada, respiro piano fino a riprendere un ritmo regolare. E' tutto finito e ripenso con calma al sapore. Non mi ha colpito la sua immagine, la sua risata, il suo tono di voce che non sento nemmeno più familiari. Non è qualcosa di fisico, non è stomaco in realtà, è tutto nella mia mente: l'orgoglio, il passato, la rabbia, il rimpianto si sono fusi insieme e ciao razionalità. Finchè non ho una risposta, aspetto che passi. Eravamo a due metri, non hai nemmeno alzato lo sguardo. Ma non ci penso, perchè non serve.